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mercoledì 4 marzo 2009

La santa alleanza

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La santa alleanza
Alleanza cattolica nazionale

Vincenzo Magni - Osservatorio democratico - 23/02/2009


L'elezione di Pietro Macconi a presidente provinciale di Alleanza Nazionale (AN) segna un importante avvicendamento al vertice del partito a livello locale. Seppure si sia trattato di una sfida tutta interna a Destra Protagonista (la corrente più vicina al movimento di Silvio Berlusconi, incarnata da Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri), la contesa ha accompagnato la definitiva uscita di scena del “leader massimo” Mirko Tremaglia (il repubblichino), lasciando intravvedere il progetto compiuto della nuova grande destra del Popolo Della Libertà (PDL).
Analogamente a quanto già accaduto in seno alla destra conservatrice statunitense, nel laboratorio politico così avviato è la matrice religiosa che sembra giocare il ruolo decisivo di comune denominatore. Pietro Macconi, infatti, non è soltanto un dirigente politico; consigliere regionale della Lombardia dal 1995 e attuale Presidente della Commissione Sanità e Assistenza, oltre ad essere membro del direttivo nazionale di AN, figura come componente del sinodo di Alleanza Cattolica (AC), l'organizzazione più importante nel panorama del tradizionalismo cattolico italiano.
D'altro canto, l'accesso di esponenti di AC alle alte sfere della coalizione berlusconiana non appare né una novità, né esclusiva prerogativa locale (un altro esempio illustre è quello di Alfredo Mantovano, già coordinatore nazionale di AN per le politiche dello Stato e delle famiglia e attuale sottosegretario del Ministero dell'Interno). L'influenza acquisita da AC nella coalizione di Berlusconi andrebbe infatti messa in relazione con l'inatteso successo politico registrato da quest'ultima dal 1994 in avanti. I milioni di voti catalizzati da un insieme di partiti sprovvisti di una classe dirigente adeguata a gestirli, avrebbe aperto nuove straordinarie prospettive ad AC, la cui stretta cerchia di aderenti, formatisi come élite intellettuale, si sarebbe trovata nel posto giusto al momento giusto. Emerge così un progetto maturato lontano dai clamori televisivi e dalla retorica sguaiata della politica; un progetto che deve molto all'elaborazione apostolica di AC, in grado di offrire un retroterra comune ad una nuova e aggressiva destra confessionale, dagli ambienti di governo ai settori più radicali.

CONTRORIVOLUZIONE http://www.osservatoriodemocratico.org/

La stessa esistenza di AC pare votata proprio al controllo della produzione intellettuale conservatrice e alla creazione della sua classe dirigente, «operai della restaurazione sociale». L'obbiettivo fondante dell'organizzazione, «instaurazione della regalità di Cristo anche sulle società umane», infatti, si esprimerebbe nel ripristino delle gerarchie tradizionali, nel contesto di una società d'ordine, dove la religione ritornerebbe ad assumere un ruolo preponderante di controllo sociale e legittimazione del potere politico ed economico. Importante in questo senso l'impronta controrivoluzionaria che connota l'opera di AC, dove con il termine “rivoluzione” si farebbe riferimento ad un processo in tre fasi di secolarizzazione e sovvertimento del preteso ordine naturale: la fase protestante assolutista (con il Rinascimento e la Riforma), quella liberale illuminista (con la Rivoluzione francese) e il comunismo rivoluzionario (il grande nemico del ventesimo secolo). Questa lettura interpretativa della storia e del progresso umano discende direttamente dal pensiero del teologo Plinio Corrêa de Oliveira, fondatore della Società Brasiliana di Difesa di Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), di cui AC è emanazione italiana: «Se la rivoluzione è il disordine, la contro-rivoluzione è la restaurazione dell'ordine. E per ordine intendiamo la pace di Cristo nel regno di Cristo. Ossia la società cristiana austera e gerarchica, sacrale nei suoi fondamenti, antiugualitaria e antiliberale».
Anche TFP ha sempre declinato la sua dottrina nella pratica e ricercato convergenze con i centri di potere economico e politico, prediligendo in ciò le destre moderate. Nel 1964, TFP si mobilita in appoggio al golpe dell'esercito brasiliano e, in seguito, stringe alleanza con Patria y Libertad, organizzazione finanziata dalla CIA in previsione del rovesciamento del governo cileno di Allende.
Il movimento fu promotore di una campagna a scapito della riforma agraria in Brasile, presentata come punta avanzata della penetrazione comunista, e, per questo, finanziato dai grandi proprietari terrieri. TFP appare quindi come un movimento religioso con precise finalità politiche, impegnato nella salvaguardia dei privilegi secolari del latifondismo e, più in generale, delle classi dominanti. Ma TFP finisce anche per diventare punto di riferimento teorico per i nuovi conservatori statunitensi. Già nel 1988, su iniziativa di TFP, alcune personalità di spicco dello schieramento repubblicano si recavano in visita a San Paolo per partecipare a una conferenza insieme a Corrêa de Oliveira. Tra loro anche Paul Weyrich, di cui Theocracy Watch ha segnalato la prossimità ideologica al cosiddetto pensiero dominionista, che teorizza l'affermazione religiosa sulla legge dello stato. Weyrich fu fondatore della Heritage Foundation, uno dei think tank più autorevoli degli Stati Uniti, vicino al Partito Repubblicano e in grado di influenzarne concretamente le scelte politiche (la fondazione fu determinante per gli orientamenti della presidenza di Ronald Regan e non pochi hanno ravvisato il ruolo di influenza su quella di George Bush).

THINK TANK ALL'ITALIANA http://www.osservatoriodemocratico.org/

Tra i collaboratori della Heritage Foundation figura l'italiano Roberto De Mattei, consulente di Gianfranco Fini alla Costituente Europea e corsivista de Il Secolo d'Italia (quotidiano di AN), ma anche agiografo italiano di Corrêa de Oliveira, co-fondatore di AC e artefice della successiva scissione del Centro Culturale Lepanto (sulla base di posizioni anti-abortiste integraliste).
Il periodo propizio sembra però stemperare i dissapori; così, sabato 29 novembre 2008, a Milano, il convegno organizzato per il centenario della nascita di Corrêa de Oliveira viene presieduto da De Mattei, insieme ai due massimi dirigenti di AC, Massimo Introvigne e Giovanni Cantoni. Anche questi due personaggi appaiono, per altro, assai vicini alla Casa delle Libertà. Introvigne, già membro del comitato centrale del Centro Cristiano Democratico, ha aderito al comitato tecnico scientifico della Fondazione Nova Res Publica (think tank berlusconiano); per sua ammissione avrebbe inoltre coordinato corsi di formazione per FBI ed esperti di sicurezza israeliani. Cantoni, in passato frequentatore di Franco Freda e della sua libreria padovana e militante del Movimento Sociale Italiano (MSI), è oggi il reggente nazionale di AC e collaboratore de Il Secolo d'Italia.
Tra i mesi di ottobre 2007 e maggio 2008, proprio Cantoni è a Bergamo per presiedere la scuola di formazione politica della federazione di AN. Il fatto che sia il reggente di AC in persona a tenere le lezioni è indicatore della centralità assunta dall'elaborazione teorica degli intellettuali di questa organizzazione nel progetto politico di AN, ma anche di come la bianchissima città lombarda sia divenuta un laboratorio della nuova destra confessionale. Il coordinatore del corso è Luca Urbani, esponente di Alle Radici della Comunità, associazione creata da un intellettuale d'area di primissimo piano come Enzo De Canio, che a Bergamo è anche responsabile del settore cultura di AN. Negli ultimi 15 anni, la sua associazione ha giocato un ruolo fondante in seno alla destra bergamasca, quale strumento di raccordo tra i settori istituzionali e quelli radicali (sempre all'ombra di AN) e contenitore culturale del suo frammentato patrimonio ideologico e mitologico. Quest'opera perseverante restituisce oggi il retroterra di un progetto politico coerente e una classe dirigente che, dalla saldatura con il mondo cattolico, ha ricavato la credibilità e il consenso necessari a governare. Non a caso, per la prima volta, come candidato sindaco del PDL, si fa sempre più concreto un nome come quello di Franco Tentorio, dirigente di AN e storico missino del Fronte della Gioventù.

ALLE RADICI DELLA COMUNITÀ http://www.osservatoriodemocratico.org/

Fino al 2000, De Canio è presidente della Commissione Cultura del Comune di Bergamo e, ancora prima, dal 1995, la sua attività riceve sostegno economico e patrocinio da parte della Regione Lombardia, nella figura dell'Assessore alla Cultura di AN Marzio Tremaglia (figlio di Mirko). Quest'ultimo, attraverso il proprio assessorato, ha fornito, in tempi non sospetti, un prezioso supporto istituzionale alla crescente attività culturale della destra lombarda, ponendo a confronto l'elaborazione teorica delle diverse anime a destra di AN e aggregando sotto il cappello del suo assessorato gli intellettuali che ne erano interpreti. Momento culminante nella costruzione di questo laboratorio, di cui l'associazione di De Canio figura allora come emanazione locale, è stato il convegno provinciale “Destra/Destre”, nella primavera del 1998. A questo riguardo, appare interessante l'estratto di una comunicazione inviata a Maurizio Murelli (fondatore della rivista Orion, condannato per l'omicidio dell'agente di polizia Antonio Marino) da Renato Besana, collaboratore di Tremaglia, con un passato in Comunione e Liberazione e un presente da opinionista del quotidiano d'assalto Libero: «Si è trattato solo del primo tempo, con qualche inevitabile lacuna, di un lavoro culturale che riveste i caratteri della necessità e dell'urgenza. Culturale, appunto: per cui, citando le realtà che tu stesso hai elencato, i rappresentanti di Forza Nuova, della Fiamma Tricolore, degli Skin, del Fronte Nazionale di Tilgher e di quello di Freda, come tali (cioè come forze politiche organizzate) non potevano esserci. Ci saranno, nei prossimi appuntamenti, coloro che ne rappresentano l'anima culturale; e ci saranno insieme ad altri che nutrono opinioni contrastanti. [...]. Riunire tutte le voci libere, rispettando identità e differenze, senza dimenticare nessuno».
A Bergamo, dal 1995, l'associazione di De Canio, collettore culturale delle diverse correnti della destra locale, promuove una serie considerevole di iniziative e approfondimenti: dall'analisi geo-politica contemporanea alla storia medioevale, dalla letteratura fantastica al revisionismo storico, con particolare attenzione alla storia e ai miti del fascismo. Intanto, De Canio è vice-direttore responsabile di Carpe Diem (il cui sito web è stato segnalato per i contenuti apertamente nazisti anche dall'Istituto per lo Studio dell'Antisemitismo e del Razzismo Contemporanei “Stephen Roth”) e, fin dal 1991, collaboratore della rivista L'Uomo Libero, la cui redazione sarà coinvolta nel 1993 nell'inchiesta su Base Autonoma, tentativo di coinvolgere in un network nazionale la galassia di organizzazioni e gruppi informali del movimento “naziskin”. Successivamente la redazione del L'Uomo Libero si affiancherà, con il peso della propria elaborazione teorica, a Forza Nuova, sorta proprio come prosecuzione della disciolta Base Autonoma.
Dal 2006, l'attività di De Canio incontra con sempre maggiore frequenza quella di AC. Nel marzo del 2006, Alle Radici della Comunità promuove un incontro dedicato alla conversione religiosa di Alessandra Borghese, candidata dell'UDC nelle elezioni laziali del 2008 ed erede della nobile casata cui appartennero anche Papa Paolo V e Junio Valerio (golpista e capo della X Mas). A gennaio 2007, l'associazione, insieme ad AC, avvia un seminario sulle radici europee e sulla minaccia che rappresenterebbero per esse islamismo, laicismo, “cristofobia” e relativismo (tra i relatori figura ancora una volta Cantoni). A marzo 2007, l'associazione di De Canio incontra l'Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, costituito da Goffredo da Buglione in difesa del Sepolcro e composto da un nucleo dei cavalieri crociati che conquistarono Gerusalemme alla cristianità. Nell'inverno del 2009, Alle Radici della Comunità, ancora insieme ad AC, promuove un ciclo di conferenze dedicato al motu proprio Summorum Pontificum, con cui Benedetto XVI reintroduce il rito romano antico, nell'auspicio di ricomporre lo scisma lefebvriano (la revoca della scomunica dei vescovi scismatici produrrà aspre polemiche in virtù delle posizioni negazioniste dell'Olocausto di alcuni di essi).

ALLEANZA PER LA VITA http://www.osservatoriodemocratico.org/

L'orizzonte religioso offre così un terreno comune in cui i confini tra destra istituzionale e radicale finiscono per sfumare indistintamente, mentre un retroterra culturale e capi saldi condivisi forniscono gli elementi di base di un'alleanza organica con settori non marginali del mondo cattolico. In questo contesto, il tema dell'aborto torna a giocare un ruolo unificante.
Sabato 24 maggio 2008, De Canio prende parte alla conferenza indetta da Forza Nuova (FN), a conclusione della campagna antiabortista condotta nei mesi precedenti. Nel corso della mobilitazione, i militanti di FN avevano già prestato servizio d'ordine alla presentazione della lista “Aborto? No grazie” di Giuliano Ferrara, presso la chiesa di San Sisto a Colognola. Il 24 maggio poi, oltre a De Canio, presenziano l'iniziativa esponenti del Movimento per la Vita (impegnato da decenni sul terreno della lotta all'aborto) e dirigenti del coordinamento provinciale di Scienza e Vita. Quest'ultima organizzazione, tornata alla ribalta nel corso della vicenda di Eluana Englaro, sorge in occasione del referendum sulla fecondazione assistita, su impulso del Movimento per la Vita e a sostegno delle ragioni del no; tra i suoi fondatori figurano cattolici moderati di Margherita e PDL, ma anche integralisti come il fondatore del Centro Studi Lepanto De Mattei. Forse proprio in virtù dell'interesse trasversale riscosso dalla tematica nel variegato schieramento cattolico, la conferenza viene trasmessa in diretta da Radio E, l'organo stampa ufficiale della Diocesi (che, comunque, fornirà copertura mediatica a FN anche in altre occasioni).
Non è finita. Il misterioso pseudonimo del responsabile provinciale di FN, “Astipalio”, celerebbe il nome di Dario Macconi; quest'ultimo, omonimo del già citato presidente provinciale di AN Pietro Macconi e giovane rampollo della destra confessionale bergamasca, appare vicino ad AC, ma anche all'associazione di De Canio e al partito di Fini. E' Dario Macconi, infatti, a coadiuvare Paolo Urbani come tutor nella scuola di formazione politica di AN, a fianco del reggente di AC Cantoni, ed è sempre lui il relatore della conferenza di FN contro l'aborto di sabato 24 maggio. Si impongono inoltre alcuni interrogativi: per quale motivo il responsabile di FN, al contrario degli altri dirigenti locali, fa mistero del suo nome? L'omonimia con il presidente provinciale di AN nasconde forse una parentela ingombrante? Mentre questi interrogativi rimangono senza risposta, ciò che emerge chiaramente è invece la prossimità della dirigenza dell'attuale federazione provinciale di FN con alcuni settori del mondo cattolico e persino della Diocesi (come dimostrerebbe la copertura mediatica offerta in più occasioni da Radio E), nonché il collegamento di Astipalio al costituendo PDL, tale da giustificare la sua collaborazione alla scuola di formazione politica di AN.

GRANDE DESTRA E TEOCRAZIA http://www.osservatoriodemocratico.org/

Non sorprende perciò che, a Bergamo, FN abbia trovato collocazione per la propria sede nell'appartamento che, fino al giorno prima, ospitava quella del Movimento Idea Sociale, traghettato nel frattempo nella grande casa del PDL con il suo leader storico Pino Rauti (attualmente imputato nel processo sulla strage di piazza della Loggia a Brescia). Analoga sorte è toccata tra l'altro ad Alessandra Mussolini e a beneficio indiretto proprio di FN; fuggita da AN dopo le esternazioni di Fini sul fascismo come “male assoluto”, la nipote del duce si ripresentava, per un paio di tornate elettorali, come leader della coalizione Alternativa Sociale, insieme a FN (ottenendo un seggio europeo), per poi riconciliarsi e candidarsi con Berlusconi nella primavera del 2008 e aprire indirettamente le porte del parlamento di Strasburgo a Roberto Fiore (in corsa con il PDL e omaggiata di un collegio “sicuro”, Mussolini lascia il posto di europarlamentare al secondo candidato nella lista di Alternativa Sociale). Insomma una nuova destra confessionale capace di accordare praticamente tutti; una ventata anti-liberale che mette in relazione le formazioni ancora legate all'esperienza del fascismo e i post-fascisti di Fiuggi, i fondamentalisti e i cattolici moderati e suscita simpatie e trasversalismi persino nella coalizione di centro-sinistra.
Dietro il vessillo del Sacro Cuore si profila uno schieramento variegato, ma vincolato a un immaginario e un orizzonte comune ben delineati, dove trovano cittadinanza pulsioni oscurantiste e restauratrici che si credevano ormai definitivamente sconfitte dalla storia. A livello nazionale, irrompono nel dibattito pubblico i temi forti della nuova destra, da sempre punti irrinunciabili anche del progetto di FN, come la lotta contro l'aborto, la battaglia in difesa della famiglia “naturale” e la negazione dei diritti civili di atei e omosessuali, ma anche il rifiuto della società multietnica (la nuova crociata in difesa della cristianità minacciata dalla “invasione islamica”).
L'attualissima vicenda di Eluana Englaro lascia intravvedere le implicazioni politiche di questa offensiva anti-illuminista. Dietro la ferma ostinazione di tenere in vita il corpo di Eluana, aldilà della volontà individuale e del pronunciamento della Magistratura, si cela l'intenzione di affermare il primato della religione sull'autorità dello stato e delle sue istituzioni, opponendo la legge di Dio e la facoltà dei suoi interpreti terreni all'indipendenza dei poteri istituzionali alla base dell'ordinamento liberale. Come a dire che le ragioni di coloro che esprimono la volontà di Dio sono inappellabili e superiori ai meccanismi stessi della democrazia. Come dire che Dio ha scelto per chi votare.

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ancora da Bergamo

Bergamo, al corteo di Forza Nuova
il saluto fascista del prete lefebvriano

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Lui è don Giulio Tam, padre lefebvriano che si definisce “gesuita itinerante”. Sabato scorso il sacerdote ha sfilato, accanto a Roberto Fiore, in testa al corteo di Forza Nuova a Bergamo

di Paolo Berizzi

E il prete benedì i camerati con il saluto romano. Lui è don Giulio Tam, padre lefebvriano che si definisce "gesuita itinerante". Sabato scorso il sacerdote ha sfilato, accanto a Roberto Fiore, in testa al corteo di Forza Nuova a Bergamo: più che altro una parata militare, con i militanti forzanovisti che hanno marciato per le vie del centro muniti di caschi e bastoni. Tra saluti romani, "boia chi molla" e qualche "Sieg Heil", la manifestazione ha accompagnato l'inaugurazione della nuova sede del movimento di estrema destra.

GUARDA Le foto

Nel pomeriggio si sono registrati duri scontri tra polizia e antagonisti dei centri sociali riuniti in un presidio di protesta: il video del giovane preso a manganellate dai poliziotti ha fatto il giro del web. Oltre ai provvedimenti per gli autori degli incidenti, anche la marcia neofascista avrà uno strascico giudiziario: è pronta un'altra pioggia di denunce per chi ha sfilato con caschi e bastoni. E a far discutere, ora, è anche la presenza di don Giulio Tam.

In una delle foto pubblicate dal quotidiano online www.bergamonews.it si vede il prete "in camicia nera" che si esibisce nel saluto romano davanti a un centinaio di camerati che marciano in fila, molti a volto coperto. Al suo fianco, il segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, il coordinatore nazionale Paolo Caratossidis, e il responsabile provinciale Dario Macconi, quest'ultimo figlio del consigliere regionale lombardo, e presidente provinciale bergamasco di An, Pietro Macconi.

Originario della Valtellina, Giulio Tam è nipote di Angela Maria Tam, fucilata dai partigiani nel 1945. Cappellano dei gruppi di destra, già candidato con Alternativa sociale alle ultime elezioni europee, non ha mai fatto mistero del suo tradizionalismo e si è battuto contro le posizioni di "riconciliazione storica" espresse da Gianfranco Fini.

Manganellate e piedi sulla testa
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Gli incidenti durante la manifestazione degli antifascisti per protestare contro l'apertura della sede provinciale di Forza Nuova

Le immagini arrivano da Bergamo e sono durissime: un giovane, fermato durante la manifestazione della sinistra antagonista per protestare contro l'apertura della sede provinciale di Forza Nuova (un movimento di estrema destra), viene trattenuto a terra da un poliziotto che gli tiene un piede sulla testa. Nel video si vede anche il giovane colpito a manganellate da altri agenti mentre un amico, che viene preso a parolacce dagli stessi poliziotti, cerca di intervenire.

VIDEO Le manganellate

Nel corso degli incidenti, avvenuti sabato pomeriggio, circa cinquanta persone sono state portate in questura e una decina di uomini delle forze dell'ordine sono rimasti contusi e sono stati medicati al pronto soccorso. Una denuncia arriva anche dal direttore del telegiornale di Canale Italia, Angelo Cimarosti, il quale denuncia che "un agente di polizia ha deliberatamente più volte manganellato il collega videoreporter che stava documentando i fatti. Questo nonostante fosse evidente quale lavoro stesse facendo e si fosse più volte qualificato".

Luciano Muhlbauer, consigliere regionale di Rifondazione comunista, accusa che sono stati utilizzati "due pesi e due misure" e chiede chiarimenti ai vertici della polizia e al ministero dell'Interno: "Le forze dell'ordine hanno non solo permesso, ma perfino protetto un corteo non autorizzato del movimento neonazista Forza Nuova, con tanto di esibizione di simbologia fascista e soprattutto di squadre organizzate e armate di spranghe, mentre poco dopo sono stati caricati con rabbia e rastrellati a decine i manifestanti antifascisti".

Il padre del ragazzo preso a manganellate
"Siamo pronti a denunciare i poliziotti"

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Il padre del ragazzo insultato e preso a manganellate dai poliziotti a Bergamo, sabato scorso, scrive al quotidiano L'Eco di Bergamo
"Mio figlio è un bravo ragazzo e non un delinquente". Il padre del ragazzo insultato e preso a manganellate dai poliziotti a Bergamo, sabato scorso, scrive al quotidiano L'Eco di Bergamo dopo aver visto il video dell'episodio e annuncia che "ci rivolgeremo alla magistratura perché credo che la legge e il suo rispetto valga per tutti".
L'unica colpa del ragazzo - si legge nella lettera - "era di avere il casco in mano (perché era in motocicletta). Quando mi ha chiamato per dirmi che era in questura mi sono arrabbiato tantissimo. Poi ho visto il video e sono rimasto sconcertato". Il ragazzo, scrive ancora il padre, è stato denunciato per sedizione. "Viviamo in un Paese libero e non nel Cile di Pinochet, a cui mi hanno riportato queste immagini".

comunicato sul 28 febbraio

Bergamo - Comunicato sul 28 febbraio 2009
http://lombardia.indymedia.org

Sabato 28 febbraio 2009 abbiamo manifestato la nostra indignazione all’inaugurazione della sede di Forza Nuova.
La tensione era già alta dall’inizio quando siamo stati bloccati in Porta Nuova dalla polizia che voleva impedirci provocatoriamente di raggiungere il presidio indetto dal Movimento Antifascista Bergamasco.
In modo determinato abbiamo partecipato al presidio e al conseguente corteo. Giunti in via Quarenghi, vedendo l’impossibilità di avanzare verso la sede di Forza Nuova, dato l’enorme dispiegamento di forze dell’ordine, in maniera spontanea ed autorganizzata in circa cento compagni abbiamo deciso di riprendere possesso della nostra città confluendo verso il centro cittadino con un corteo comunicativo, gridando e denunciando l’ignobile sfilata di nazifascisti per l’apertura della sede di Forza Nuova e la connivenza plateale di tutte le istituzioni, compreso quel fantoccio del sindaco Bruni.
Arrivati all’angolo Viale Papa Giovanni XXIII/ Via Paleocapa, dopo aver toccato i principali punti della viabilità cittadina, avevamo intenzione di scioglierci quando, a freddo, polizia e carabinieri ha caricato duramente in una manovra di accerchiamento e di rastrellamento.
La debole difesa data dal lancio di alcune bottiglie non ha evitato il feroce pestaggio sui manifestanti ed ignari passanti.
Picchiati ed insultati 59 ragazz* vengono fermat* e tradott* in Questura, dove, due di questi vengono arrestati e portati in carcere per nascondere e giustificare i segni evidenti del brutale pestaggio. Nel frattempo gli altri 57 compagn* molto lentamente sono stati rilasciati dopo esser stati schedati, denunciati e aver subito pressioni intimidatorie, anche violente, da parte di polizia e soprattutto dai carabinieri. Intanto, al di fuori della questura n gruppo di solidali che chiede il rilascio dei compagni fermati viene gratuitamente caricato.
Alle 22 circa, solo dopo che anche gli ultimi militanti di Forza Nuova se ne sono andati scortati da ingenti forze di polizia ed aver impunemente marciato e festeggiato il loro covo, i primi compagni sono stati rilasciati.
Il 02/03/09 nel tardo pomeriggio, sono stati rilasciati anche i due arrestati con l’obbligo di firma due volte la settimana.
Denunciamo che Forza Nuova ha inaugurato la sede in via Bonomelli 13/e facendo confluire in città 200 naziskin provenienti dal nord Italia, capeggiati dal loro leader Roberto Fiore, ex militante dei NAR e imputato al processo per la strage di Bologna, e dall’immancabile Don Tam entrambi sostenitori e promotori di idee razziste, integraliste e fasciste.
Denunciano, inoltre, la gravissima provocazione che le forze dell’ordine hanno consentito e coperto la “marcia su Bergamo”: una sfilata, con tanto di mazze e caschi, fortemente caratterizzata da simboli, bandiere e slogan inneggianti al fascismo, partita dalla Malpensata e giunta indisturbata in via Bonomelli.
Ringraziamo le istituzioni “democratiche e antifasciste” per la loro palese collusione con i neofascisti e stragisti e per aver apertamente manifestato la loro vocazione repressiva per le strade della città.
Alla luce del fatto che nulla è stato danneggiato o distrutto, contrariamente e quanto sostenuto dai mezzi di disinformazione, evidenziamo che l’unica cosa gravemente danneggiata è stato lo spirito antifascista della città.
I fatti di sabato e la repressione subita dimostrano ancora una volta che dal 11 marzo 2006 ad oggi, passando dai fatti di Lecco del Febbraio 2009 (cariche e un arresto per aver manifestato dissenso durante la commemorazione del giorno del ricordo) fino ad oggi 3marzo (presso l’università statale di milano dove un volantinaggio di azione universitaria viene protetto da polizia e carabinieri contro un folto numero di compagni accorsi per non dare agibilità ai fascisti), ai fascisti viene permessa una libertà di movimento e una visibilità intollerabile mentre l’antifascismo viene criminalizzato e represso ormai come appannaggio solo di una minoranza .

Noi non ci stiamo e ribadiamo che l’antifascismo non è reato!
Per la chiusura delle sedi fasciste! Fuori i razzisti dalle città!

Anarchiche/i

lunedì 2 marzo 2009

Bergamo Antifascista 28\02\2009



preso da http://lombardia.indymedia.org
autore:
Marco Santopadre
image1:
bergamoantif..jpg

Una telecamera sfasciata da una manganellata ed il sospetto che, guardando anche le sequenze sul sito www.youreporter.it, non si sia trattato di un caso.
Lo sostiene il direttore del Tg di Canale Italia Angelo Cimarosti, in merito ai fatti avvenuti ieri a Bergamo durante l'inaugurazione di una sede di Forza nuova duramente contestata da un migliaio di antifascisti della città e di altri territori limitrofi.

''Ieri nel corso degli scontri tra polizia e manifestanti a Bergamo - rileva Cimarosti - un agente di polizia ha deliberatamente più volte manganellato il collega videoreporter del Tg di Canale Italia che stava documentando i fatti. Questo nonostante fosse evidente quale lavoro stesse facendo e si fosse più volte qualificato''.
''A farne le spese fortunatamente solo la telecamera e la possibilità di poter svolgere correttamente il mestiere di informare - aggiunge Cimarosti -. Credo che una seria e serena spiegazione da parte del questore di Bergamo e una costruttiva presa di posizione da parte dell'Ordine dei Giornalisti possa essere utile a circoscrivere questo grave episodio a un caso singolo e non ad una tendenza generale. Nella delicata gestione dell'ordine pubblico la stampa deve essere tutelata almeno quanto chi ha diritto a manifestare''.

Intanto le autorità hanno reso noto che saranno interrogati solo domani, in carcere, i due antifascisti arrestati ieri sera a Bergamo dopo una caccia all’uomo che aveva portato al fermo di ben 60 manifestanti.





preso da http://lombardia.indymedia.org
Inserito da Anonimo il Dom, 01/03/2009 - 11:22
autore:
G.A.P.
image:
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Aclune immagini del corteo fascista del 28/02/09 a Bergamo. Come si può vedere dalle foto (tratte da un giornale on-line) i fascisti erano ben atrezzati di mazze e bastoni dal diametro di almeno un paio di dita. La polizia li ha scortati facendoli sfilare anche senza permesso. Magari la prossima volta gli presterà i Tonfa e insegnerà loro come usarli.
Foto del corteo fascista a Bergamo: mazze, bastoni e caschi.
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http://lombardia.indymedia.org
autore:
Antifascist@ bergamasch@

Oggi, sabato 28 febbraio, a Bergamo la Questura ha dimostrato quali sono le direttive per la gestione dell’ordine pubblico e del dissenso: i fascisti di forza nuova sono stati fatti sfilare - nonostante non avessero neanche chiesto l’autorizzazione per un corteo - con tutto il loro armamentario da apologia del fascismo e caschi e spranghe bene in vista, mentre le forze dell’ordine hanno attaccato, con scene da mattanza cilena, in maniera deliberata e gratuita i manifestanti che si erano opposti all’apertura della sede di FN.
Alla fine della riuscita e determinata manifestazione antifascista il questore ha condotto una vera e propria “caccia all’uomo” verso i manifestanti che si stavano disperdendo, guidando la Celere verso atti brutali nei confronti di chiunque capitasse a tiro, giornalisti compresi: persone prese e sbattute a terra, tenute a terra ad anfibiate, picchiate.
Video e fotografie inchiodano le scelte scriteriate e autoritarie del questore Rotondi che ha dato precise indicazioni a celerini e carabinieri di rastrellare - a fine manifestazione - più manifestanti possibili.
Chiediamo le immediate dimissioni di un questore che si è dimostrato accondiscendente verso i naziskin e ha disposto il fermo di 60 manifestanti, facendo caricare anche chi fuori dalla questura chiedeva semplicemente informazioni sui fermati.
L’apertura di una sede di forza nuova è una vergogna per Bergamo, così come il comportamento della polizia oggi in piazza.
Contro il fascismo e i suoi “padrini” [in divisa o seduti in parlamento, tanti sono i legami fra FN Bergamo e Alleanza Nazionale] non un passo indietro.
Chiediamo l’immediata liberazione di tutt* i compagn* arrestati e pestati brutalmente dalla polizia.

Antifascisti/e bergamaschi/e

qui il video che ricostruisce la giornata e gli abusi della polizia:
http://vimeo.com/3415274